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Fare affari in Italia

In occasione della presidenza italiana del G7 per l’anno 2024, la Fondazione Edison ha pubblicato lo studio  ‘The Italian Economy in the G7 Outlook’ (ALLEGATO) dedicato all’approfondimento statistico dei principali punti di forza dell’economia italiana e i progressi compiuti nell’ultimo decennio.

Lo studio, redatto in collaborazione con il Centro di ricerche in Analisi economica e sviluppo economico internazionale (CRANEC) dell’Università Cattolica, evidenzia i seguenti aspetti salienti:

SVILUPPO SOSTENIBILE E CRESCITA ECONOMICA
Negli ultimi 10 anni (2014 – 2023), l’Italia ha registrato la seconda crescita di PIL pro capite tra i Paesi G7, con una media annuale di 1,1%. A seguito della pandemia, si assiste ad un’accelerazione della crescita tendenziale, che proietta l’Italia al primo posto tra i Paesi europei del G7 per crescita economica: +4,6% nel primo trimestre 2024 rispetto al quarto trimestre 2019. La crescita del PIL pro capite (triennio 2020-2023) risulta ancora più marcata: +4,8%. A tale dinamismo si aggiunge la relativa stabilità dei prezzi. L’Italia è infatti l’unico Paese del G7 a vedere nel gennaio 2024 l’inflazione scendere su base annuale sotto l’1%.
Tali risultati sono stati raggiunti con una elevata sostenibilità ambientale: l’Italia si classifica al secondo posto tra i primi 8 esportatori a livello mondiale per Indice di Sviluppo Umano aggiustato per pressione ambientale (PHDI, Planetary pressures-adjusted Human Development Index), un indice sperimentale delle Nazioni Unite che misura lo sviluppo umano tenendo conto anche della pressione esercitata da ciascun Paese sugli equilibri del pianeta, includendo una misurazione pro capite sia delle emissioni di CO2 sia del cosiddetto material footprint, cioè il prelievo netto di risorse naturali.

INDUSTRIA E COMMERCIO INTERNAZIONALE
Nel decennio 2014-2023 l’Italia ha fatto registrare una crescita del 48% nell’export di beni tangibili (merchandise export), una percentuale record nel gruppo G7. La dinamica positiva si riflette su un florido saldo di bilancia commerciale, che nel 2023 raggiunge i 37 miliardi di dollari.
La forza dell’export italiano è trainata dai distretti industriali, caratterizzati da un alto grado di specializzazione e integrazione verticale, un numero elevato di piccole e medie imprese, bassa delocalizzazione e bassa dipendenza da fornitori esteri. A titolo d’esempio, i distretti della pelletteria (Vicenza, Pisa e Avellino) occupano circa il 50% dell’intera forza lavoro europea del settore.
L’ecosistema industriale italiano si è progressivamente rafforzato grazie ad ingenti investimenti produttivi, che hanno proiettato il nostro Paese al secondo posto tra i Paesi G7 per investimenti lordi sul PIL (7,1% nel 2021).
Questo dinamismo ha permesso all’Italia di specializzarsi in settori ad alto contenuto tecnologico. I “magnifici 7”, ossia i principali settori dell’economia italiana, generano circa il 60% dell’export italiano e sono identificati dalle tradizionali “3F” e dalle “4M”.

3F:
– Fashion: 85 miliardi di euro
– Food, wine and tabacco: 51 miliardi di euro
– Furniture: 25 miliardi di euro

4M:
– Machinery and equipment: 117 miliardi di euro
– Metal products: 59 miliardi di euro
– Motor yachts and other luxury or hi-tech transport equipment: 42 miliardi di euro
– Medicaments and personal care products: 29 miliardi di euro
Il saldo della bilancia commerciale dei “magnifici 7” è saldamente in territorio positivo e si attesta a circa 206 miliardi di euro.

FINANZA PUBBLICA E PRIVATA
Sebbene il Paese sia caratterizzato da un alto debito pubblico, quest’ultimo è in mano principalmente a soggetti italiani. Solo un quarto del debito pubblico è infatti detenuto da soggetti stranieri. Questo rende il Paese meno vulnerabile alla volatilità e alla speculazione dei mercati finanziari internazionali.
Negli ultimi 30 anni, l’Italia ha registrato un avanzo primario, al netto del servizio del debito per ben 24 anni. Rispetto al 1995, l’Italia è l’unico Paese G7 che, al netto degli interessi, ha ridotto il proprio debito pubblico.
Nonostante le politiche fiscali espansive indotte dalla pandemia, l’Italia è il Paese G7 che ha incrementato in misura minore il proprio rapporto Debito pubblico/PIL (+3,1% nel quadriennio 2019-2023). Dopo la pandemia, il nostro Paese ha ridotto il rapporto debito più velocemente di numerosi Paesi europei (-17,7% nel 2023 sui livelli del 2020).
La solidità finanziaria del Paese è altresì assicurata da una bassa esposizione debitoria di famiglie e imprese. Il debito privato italiano (famiglie + imprese non finanziarie) è il più basso tra le principali economie del pianeta (102% del PIL).
La bilancia commerciale positiva rende inoltre il nostro Paese un creditore netto sull’estero. La posizione patrimoniale netta sull’estero dell’Italia – ossia la differenza tra le attività e le passività finanziarie esterne del Paese – è infatti positiva e vale circa il 7,4% del PIL.