Il 26 maggio il Governo angolano ha decretato il passaggio dallo “stato di emergenza” allo “stato di calamità” su tutto il territorio nazionale. Le frontiere marittime e terrestri restano chiuse mentre, a partire dal 30 giugno, è prevista la possibilità di una riapertura ai voli di internazionali, che avverrà solo a seguito di una approvazione da parte dalle Autorità sanitarie angolane sulla base dell’evoluzione epidemiologica nazionale. Nelle more della riapertura, rimane in vigore la possibilità di ritorno in Angola dei cittadini angolani e stranieri residenti in Angola, o del rimpatrio di cittadini stranieri e non residenti nei rispettivi paesi, attraverso voli internazionali straordinari e umanitari. Per l’ingresso nel paese sarà obbligatoria la presentazione di un test molecolare RT-PCR, SARS-COV-2, effettuato entro 8 giorni anteriori all’ingresso nel Paese ed i viaggiatori dovranno osservare un periodo di quarantena di 14 giorni che potrà essere effettuato presso un centro sanitario pubblico, con spese a carico dello Stato, o in una struttura alberghiera approvata dal Ministero della Salute, con spese a carico del viaggiatore. Il periodo di quarantena può essere ridotto a 7 giorni se il passeggero esegue il test molecolare RT-PCR-SARS-COV-2 in un centro certificato dal Ministero della Salute. È inoltre in vigore una quarantena per le provincie di Luanda e di Kwanza Nord, chiuse alla circolazione da e per il resto del territorio angolano.
Per maggiori informazioni si rimanda al sito del Ministero della salute dell’Angola http://www.minsa.gov.ao/default.aspx
[1], e al sito di viaggiare sicuri: http://www.viaggiaresicuri.it/